Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Emporium - n° 446 - Febbraio 1932)

 

Ettore Di Giorgio

 

Fra i tanti pittori che in Italia trattano con varie fortune ed ancor più vari risultati, le numerose tecniche della stampa: xilografia, litografia, monotipia, certo Ettore Di Giorgio, � una delle figure più note e maggiormente significative e complesse. Anch'Egli ebbe per maestro Adolfo De Carolis e per condiscepoli artisti come lo Spadini, il Barbieri, il Moroni e fra viventi: Nonni, Pettinelli, Cisari. Percorrendo a ritroso il già lungo cammino in continua ascesa, della carriera artistica del Di Giorgio, non si può negare gualche segno evidente, all'inizio, di influenze De Carolisiane. Ma a differenza dei più che anche dopo molti anni, rimasero sotto il giogo ed il fascino dei modi cari al Maestro Piceno, egli, temperamento originate anche come Uomo, orientò la sua arte verso espressioni sempre più originali. Ci consta che il compianto Adolfo De Carolis, pur vedendosi non seguito dal Di Giorgio, tenesse in gran conto il talento dell'irrequieto e bollente, giovanissimo Ettore.

Chiara la dipendenza nelle stampe xilografiche: del giovanile Autoritratto, del l'Aurora e del Cristo ed il cieco; ma nella xilografia a tre legni Gli ebrei (Pinacoteca di Ascoli Piceno), pur ricordando nell'impianto classicheggiante e in certi ritmi lineari il De Carolis, già rivela la sua personalità con la viva irrequieta animazione della scena e la forte caratterizzazione dei tipi.

Grandiosa d'impianto i Nomadi, vetuste le pieghe dei baracani, terribili i volti: suscitano un'impressione di creature del deserto avversate dal destino e ti fanno pensare ad epoche remote, bibliche. Nella tecnica questa xilografia la ravvicini subito a certi chiaroscuri in sordina di quel mago dell'incisione in legno che fu Ugo da Carpi.

II ritratto d'un tedesco (Galleria degli Uffizi) e cavato con una maestria unita ad un abbandono impulsivo meraviglioso: risulta nella stampa una gran massa bianca incandescente su di un fondo scuro tenebroso. E che misura nei sintetici segni delineanti gli occhi, la bocca ! Nel Marinaio (Galleria d'Arte Moderna, Roma) da ammirarsi la plasticità prepotente ed il tipo rude e belluino dell'uomo di mare.

Veniamo al vasto monotipo Maternità; ha dell'alto rilievo ed arieggia fra l'indiano e l'abissino insieme, raffinato selvaggio, decadente e primitive, visione allucinata e potente, certo una delle opere più belle e singolari dell'Arte contemporanea. Ti disorienta poi per le complesse sue qualità: la plasticità rupestre con cui e risolta, contrapposta ad un monocromato cangiante in variazioni cosi sottili e maliose che ti rievocano un mondo di colori appartenenti alle cose più disparate; da quello del basalto verde alla polvere auro-verdastra delle ali delle farfalle, dalla pelle di iridescenti serpenti agli scarabei d'oro!

Un'altra Maternità sempre in monotipia, ottenuta on lo stesso processo della precedente e cio� usufruendo della matrice di legno inciso e passandovi vari inchiostri in successive stratificazioni, � opera fra le più riuscite el nostro giovane Maestro. Qui la notazione cromatica � su di una variazione di rossi a di gialli preziosa sintesi coloristica di certi vecchi marmi veronesi. Sta jeratica la Madre come pietrificata nell'adorazione del suo Pargolo. Questi agita le manine con una grazia di taluni Gesù Bambino in scoltura di primitivi toscani o meglio con la grazia inimitabile degli Innocenti !

 Indimenticabili le figure femminili, strani esseri da Mille e una notte, esotiche creature, delicate e terribili, pervase da un'attraente morbosità, come la pallidissima dalle labbra di fuoco alle quali accosta, contemplandolo, un uccellino sontuoso nella nota di verde smeraldo.

L'arte di Ettore Di Giorgio riflette, come quella di multi altri, che pur rappresentano il fior fiore deghi artisti d'oggi, di questa epoca che e eclettica per eccellenza, e rispecchia anche la sua vita ed i luoghi dove egli l'ha vissuta. Nato in Sicilia, trascorse molti anni in Egitto, studiò a Firenze, passò del tempo in Germania, infine dopo un lungo soggiorno in varie città della Toscana, da sei anni vive in Urbino. Sensibilissimo come egli �, ha risentito, a volte in vero come semplice spunto, quasi tutti i pronunciamenti dell'arte contemporanea: preraffaellismo, impressionismo, secessione viennese, ottocento inglese, arte negra e giapponese ed indiana e persiana, neoclassicismo, sempre da vero artista, con liberi accenti, rimanendo fedele alle precipue qualità del suo singolare temperamento.

I caratteri emergenti dell'arte del Di Giorgio sono la liricità esaltata, visionaria, immagini che spesso danno nel medianico, a volte delicate, ma per lo più accese da una irrequietezza fantasiosissima, commista ad una morbosità torbida, che si compiace di un intimo tormento inesplicabile!

Passiamo ad un gruppo di litografie Estasi acquistato dal Governo Ellenico nella recente Mostra d'Arte Italiana ad Atene, dalla resa plastica di una morbidezza sensibile ottenuta con un gioco chiaroscurale fioco, senza minimo contrasto; ne risulta un'espressione di voluttà gaudiosa e pur dolorante.

Nella Fanciulla che dorme, litografia, e ritratta una fiorente creature serena, ma forse anch'essa, sorella spirituale di tanti esseri dovuti all'arte del nostro artista, ha adombrati i suoi sonni da sogni voluttuosi; e questa opera insigne a far pensare a certi Maestri dell'ottocento Francese, ad Ingres, per esempio.

Adesso veniamo ai ritratti in litografia. I due del Poeta Enrico Pea. Preferiamo a quello dalla testa, appoggiata alla mano alquanto michelangiolescamente, l'altro in cui la maschia testa barbata, balza solenne per l'evidenza dei volumi ottenuti con una tecnica consumatissima, ricca di gradazioni chiaroscurali modulatissime, pur stando lontano da effetti molli e dolciastri. Questo ritratto s'innalza nelle alte sfere dell'arte e s'imparenta, tecniche diverse a parte, con taluni ritratti virili del Veronese e forse anche più, del Bronzino.

E quello di Giacomo Puccini? Oggettivo e pur tanto efficace nel rendere il temperamento sentimentale e delicato del Musicista ammirato e compreso in tutto il Mondo, fuorchÃ? da i musicisti... mancati!

E infine quello del Duce, che oltre al successo di lodi e di vendita nella XVI Biennale di Venezia, ebbe I'ambita approvazione del Capo del Governo, con la notissima dedica: "Al pittore Ettore Di Giorgio che mi ha ritratto e interpretato dedico con ammirazione e simpatia. Benito Mussolini". Scrittagli su di un esemplare che tornò all'autore durante il lungo colloquio che gli concesse a Venezia.

Da qualche anno il Di Giorgio si e rimesso a dipingere, ma l'insegnamento e la direzione dell'Istituto di Belle Arti per la decorazione ed illustrazione del libro, in Urbino, che egli ha animato col suo fervore ineguagliabile, non gli danno che pochi e saltuari ritagli di tempo! Ha, e vero, la soddisfazione di vedere già uno stuolo di allievi e discepoli che gli vanno facendo onore, ma il suo ricco temperamento d'artista soffre e non poco a dover ridurre l'attività personale. Nonostante tutto ciò, in questi ultimi tempi, specie nelle brevi vacanze, e riuscito a dipingere parecchi quadri, fra cui primeggiano alcune nature morte: "Ceramiche popolari, zucche dalle belle gamme dorate e dai volumi opuleni, rossi gioiosi di grandi angurie, trasparenze opaline di cristalli, ed i prodotti della caccia e della pesca sono i motivi prediletti dalla tavolozza canora e smagliante, sorretta da una costruzione vigorosa del pittore Ettore Di Giorgio.

Dopo aver passato in rassegna le doti peculiari di questo pittore nella pienezza della vita e dell'arte, e aver cercato di delinearne le caratteristiche interessanti gli spiriti, affermiamo che Ettore Di Giorgio, oltre ad essere una delle figure più interessanti ed originali e, specie nella litografia, xilografia e monotipia, un Maestro nel senso più elevato ed esteso della parola.

Gian Carlo Polidori